A San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, si è concluso il IX Congresso dell’Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi (ANISC), un evento che ha visto la partecipazione di esperti del settore impegnati in discussioni fondamentali riguardanti la mastectomia, le tecniche di trattamento dell’ascella, e le più recenti innovazioni in campo oncologico. Questo incontro, che si è tenuto dal 15 al 17 giugno 2025, ha offerto un’importante piattaforma per l’aggiornamento professionale e la condivisione di conoscenze tra specialisti.
Il ruolo della mastectomia oggi
Nel contesto attuale, la mastectomia rappresenta tra il 30 e il 40% degli interventi chirurgici effettuati nei centri di senologia certificati. Durante il congresso, il presidente dell’ANISC, Secondo Folli, ha evidenziato come l’incidenza di tale intervento sia in aumento, grazie a migliori tecniche diagnostiche e a una maggiore consapevolezza dei fattori di rischio genetici. Folli ha anche sottolineato che, sebbene le tecniche di chirurgia plastica ricostruttiva abbiano reso l’intervento meno invasivo e più rispettoso dell’immagine corporea, molte pazienti continuano a richiedere la mastectomia con l’erronea convinzione che l’asportazione della mammella malata e di quella sana migliori le possibilità di guarigione.
Manuela Roncella, presidente del congresso e coordinatrice delle Breast Unit della Regione Toscana, ha aggiunto che oggi, in circa il 30% dei casi, il trattamento iniziale per il tumore al seno è rappresentato dalla chemioterapia neoadiuvante. Questo approccio consente ai chirurghi di eseguire interventi meno invasivi, preservando la qualità della vita delle pazienti e riducendo i tempi di recupero.
Innovazioni nelle tecniche chirurgiche
Uno dei punti focali del congresso è stata la biopsia del linfonodo sentinella, una tecnica innovativa che ha rivoluzionato la chirurgia mammaria negli ultimi trent’anni. L’inventore della metodica, Armando Giuliano, ha partecipato all’evento, illustrando come questa tecnica abbia ridotto significativamente il ricorso allo svuotamento ascellare, abbattendo il rischio di linfedema del braccio dal 30-40% al 2%. Roncella ha spiegato che la chirurgia ascellare ha subito un cambiamento radicale, passando da un approccio “massimo tollerabile” a uno “minimo efficace”. Questo approccio personalizzato si concentra sulla valutazione dell’estensione del tumore, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’invasività.
Ricerca e prevenzione: il caso di Mammowave
Il congresso ha anche messo in luce nuove tecnologie in campo diagnostico. Una delle innovazioni più promettenti presentate è Mammowave, un dispositivo che utilizza le microonde per analizzare il seno, integrando informazioni ottenute tramite intelligenza artificiale. Questo sistema offre una mappa numerica della costituzione mammaria, evidenziando aree potenzialmente patologiche. Roncella ha specificato che Mammowave è rivolto in particolare a donne asintomatiche sotto i 45 anni, non coperte dai programmi di screening nazionali.
A differenza di altre metodologie, come la mammografia, che utilizzano radiazioni, Mammowave non è influenzato dalla densità del seno, risultando quindi particolarmente adatto per le donne più giovani. I dati raccolti vengono elaborati dall’intelligenza artificiale, riducendo il rischio di falsi negativi. Durante il congresso, sono stati presentati i risultati di uno studio clinico multicentrico europeo condotto su 4.000 donne, evidenziando il potenziale di questa nuova tecnologia nella prevenzione e diagnosi precoce.
Il coinvolgimento delle pazienti nel processo decisionale
Un aspetto sempre più rilevante nell’oncologia senologica è il coinvolgimento attivo delle pazienti nelle decisioni riguardanti il loro trattamento. Roncella ha rimarcato l’importanza di mantenere le donne informate sulle ultime innovazioni e studi clinici, sottolineando che la condivisione delle informazioni è fondamentale per un approccio terapeutico efficace e personalizzato. Le pazienti sono ora incoraggiate a partecipare attivamente alle discussioni riguardanti le loro opzioni terapeutiche, contribuendo a un percorso di cura più collaborativo e consapevole.
